intercettazioni del caso Bisignani:
Scaroni dichiara Tremonti finito, D’Agostino racconta le presunte mire del ministro
Uno spettacolo nello spettacolo. Nelle more dell’inchiesta su Luigi Bisignani spuntano una serie di intercettazioni riguardanti personaggi che raccontano, al telefono, ciò che realmente fanno e realmente pensano riguardo gli uomini di governo. Nella prima, pubblicata dal Fatto Quotidiano, a parlare sono Paolo Scaroni, a.d. dell’Eni, e Bisignani:
S c a ro n i : …sto andando ad Arcore…
Bisignani: calcola che lui è… abbastanza giù, molto polemico col tuo diretto interessato, però, insomma, lascerei perdere perché se no poi…
S: Con chi con…?
B: Giulio, sì, sì
S: Eh, lo so, oggi Draghi mi ha detto delle cose pazzesche di Giulio (…)
B: La situazione è assolutamente fuori controllo (…) secondo me, il discorso che gli puoi fare tu dall’esterno e che, secondo me, lui può apprezzare, gli devi dire… qual è l’urgenza maggiore che hai? Se è quella di fare l’accordo sulla giustizia, mettiti d’accordo con Fini e falla finita, se non è quella vai alle elezioni, però la cosa peggiore che stai… che sta succedendo è questa “morta cora ” complessiva, con tutti i ministri in rivolta (…) l’ unica cosa che non si può fare è andare avanti in questo modo… per cui o fai l’accordo mangiando tutto quello che devi mangiare, però lo consideri necessario oppure chiudi la partita (…) Io questo gli direi, perché all’estero questo spettacolo di… di un Governo che non fa più niente non funziona più (…)”.
La seconda invece è più delicata, e riguarda sia il modo di “selezionare” le notizie di D’Agostino, sia le presunte “mire” della Carfagna. Niente funziona, dice Bisignani, ma la guerra tra berluscones e finiani frattempo raggiunge livelli da implosione. E per capirlo basta ascoltare la conversazione del 22 ottobre 20101 tra Bisignani e Roberto d’Agostino, patron del sito Dago – spia, mentre parlano di Italo Bocchino e Mara Carfagna e della “guer ra” con Fini e la sua compagna Elisabetta Tulliani.
D ‘ A go s t i n o : tesoro mio lei non centra un cazzo però a un certo punto gli ho detto perché ha detto quella cosa. .. io non ho visto la puntata (…) era in trasmissione ad Annozero hanno affrontato su chi c’è dietro Dagospia c’ha la faccia del culo… chi c’è dietro alla Carfagna vogliamo scrivere?
B: gli hai detto, no?
D’A: certo … quello che ho fatto io per fermare a (inc.) ho azzerato tutti pettegolezzi di.. della Carfagna e di Bocchino insieme all’hotel Vesuvio in accappatoio mentre arriva mezza Roma (Mezzaroma è il cognome del compagno della Cafagna, ndr) allora dovevamo scrivere questo .. ma vaffanculo allora dice (inc.) stiamo in guerra tu tutti i giorni attacchi Fini e Tulliani (…) poi è un idiota anche perchè c’ha quest’altra scema della Carfagna, no (…) che è sempre più matta perché, l’ultima che mi hanno detto che lei vuole … vuole veramente .. pretende davvero la mano di Berlusconi, la sai l’ultima?
Veramente vuole che Berlusconi la prenda … la impalmi.
-----------------------------------------------
DIGNITA E LOTTA
LE CELLE: Un branda, un armadietto di legno e un lavandino senza acqua potabile.Da mesi sono le stanze da letto di operai che degli 800 euro della cassintegrazione ne ricevono, e non sempre, solo 300 euro e hanno davanti il buio del futuro.
Specchio di un Paese che ha smesso di onorare gli eroi morti e non sa più riconoscere quelli vivi.
Operai in lotta che indossano magliette dove c'è scritto: "Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso".
Chiamateli, se volete, comunisti.
"Potranno portarci via tutto ma la dignità no,quella la difenderemo fino alla fine" dice Pietro.
Alla coordinatrice del convegno all'Università di Filosofia che - dopo aver ascoltato il suo intervento - lo ha chiamato "professore", ha risposto: "Professore a me? Ho fatto la terza media!". Gli fa eco Andrea: "Non è complicato, basta non piegare la testa di fronte a un'ingiustizia". Il traghetto è arrivato. Maestrale permettendo, tra un'ora e mezza saremo a Porto Torres, poi in auto fino ad Alghero per la presentazione del "loro" libro.
Quando arriviamo, la piazza del teatro è già affollata. Andrea non riesce a parlare, la commozione gli spezza il respiro.
Le immagini, girate e montate dagli studenti del Socialmediaresdi Sassari, scorrono dietro gli operai.
Raccontano la lentezza del tempo all'Asinara e la nostalgia di cui si nutre.Andrea ritrova la forza per ringraziare sua moglie:
"Senza il suo amore non riuscirei ad affrontare questo momento, grazieamore mio".E piange. Stefania, la moglie, si alza dalla sedia.
Prende il microfono e dice: "Tutte noi dobbiamo ringraziare i nostri mariti.
Un giorno i nostri figli potranno essere fieri dei loro padri, perché siete uomini speciali.
Ciò che in tutto questo tempo abbiamo sofferto e condiviso resterà per sempre. Ti amo Andrea".
Pietro sfila dalla tasca dei pantaloni il fazzoletto e asciuga le lacrime della moglie. Anche i suoi occhi sono lucidi, ma lui li nasconde al faro che li illumina.
L'ITALIA NON E' UNA REPUBLICA DEMOCRATICA....MA E' NU CASU MARZU!
Il casu marzu (o hasu muthidu) è un particolare prodotto alimentare della Sardegna, che desta tanta curiosità a causa del suo particolare processo di formazione.
È conosciuto anche come casu frazigu, casu modde, casu becciu, casu fattittu, casu giampagadu (i nomi si differenziano a secondo delle regioni storiche dell'Isola).
Si tratta di un particolare formaggio dal gusto piccante, che gli è conferito dalle larve della mosca casearia (Piophila casei) che lo contaminano.
LE NORME COMUNITARIE non ne consentono più la produzione ed è severamente proibita dalla legge la commercializzazione, perché in contrasto con le norme igieniche e sanitarie.
Per poter salvaguardare questo prodotto la regione Sardegna lo ha inserito nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani:
tale riconoscimento certifica che la produzione è codificata da oltre 25 anni così da poter richiedere una deroga rispetto alle normali norme igienico-sanitarie. --
Nessun commento:
Posta un commento